Un pugno allo stomaco
Ci sono effetti della protesta contro la riforma delle pensioni che sono silenziosi. Ma sono un pugno agli occhi, per una città come Parigi, e un pugno allo stomaco.
La chiusura dei tre inceneritori che sono utilizzati dalla capitale francese per smaltire le immondizie, ha come conseguenza l’invasione (letterale) della spazzatura sui marciapiedi della città.
Sono oltre 10 giorni ormai che, nella maggior parte degli arrondissements di Parigi, la raccolta dei riufiuti é ferma. Si dice siano 10.000 le tonnellate di spazzatura presenti nelle strade. O meglio, nei marciapiedi.
Nei primi giorni riflettevo sul livello di consumo al quale siamo abituati, sulle modalità di smistamento (no, a Parigi la ‘differenziata’ é molto, molto limitata), sulla quantità di imballaggi che vengono utilizzati.
Siamo abituati a riempire un sacchetto di plastica, portarlo nella comune area immondizie del condominio: qualcuno poi, in tarda serata, pensa a portare il bidone in strada e, di mattina presto, qualcun altro passa a svuotarlo. E’ una cosa normale, naturale. Quotidiana, visto che a Parigi la raccolta passa ogni giorno.
Dopo due giorni in cui i cassonetti sono ancora sulle strade cominci a farti qualche domanda. Capisci il livello di consumo a cui siamo abituati.
Dal terzo giorno, le riflessioni passano dalla testa agli occhi: la città comincia a trasformarsi. Accanto ai bidoni (pieni, stracolmi) si aggiungono progressivamente sacchi di plastica. Uno accanto all’altro.
Al 10° giorno pero’, dal pugno agli occhi si passa al pugno allo stomaco. Gli odori cominciano ad essere davvero percepibili, disgustanti, e la sporcizia inizia a sedimentare.
Davvero strano vedere vetrine di grandi marchi coperti da scatole, sacchi e bidoni verdi e gialli.
Una sensazione strana, aprire la porta di casa e trovarsi di fronte una montagna di immondizia, in alcuni casi alta oltre un metro da terra. E non stiamo parlando di aree periferiche, ma di zone centrali.
Ma anche il muoversi a piedi diventa complicato, con pile di rifiuti che occupano gran parte dei marciapiedi
Una città trasformata. Una città diversa. Che non vorremmo mai vedere.