Zanele Muholi
Sono passato alla MEP ieri mattina. Normalmente cerco di andarci la mattina presto (o meglio, appena apre), per evitare la troppa affluenza.
In questo periodo il museo propone circa 200 opere di Zanele Muholi, artista sudafricana famosa per la sua opera su “Black LGBTQIA+”, sulla diversità.
Questa foto é una delle prime proposte, al primo piano, in apertura della mostra. Ritrae Muholi con una delle sue collaboratrici. Crea un forte momento di intimità, a mio avviso
I visitatori sono attratti dal suo modo di ritrarre la diversità, in modo mai volgare. Forse perché l’artista riesce ad instaurare un profondo dialogo con i suoi personaggi e a portare con sensibilità le loro storie.
Ci sono anche molti autoritratti, realizzati utilizzando oggetti di uso quotidiano
La parte espositiva cha mi colpito di più é al secondo piano, nella sala grande a sinistra delle scale.
La serie “Faces and Phases”, incominciata nel 2006 che conta oltre 300 ritratti (non tutti sono esposti alla MEP) di donne sudafricane
Qui sotto alcune fotografie che ho preso di questa serie, tra quelle i cui sguardi mi hanno colpito di più. Ho cercato i loro nomi, per curiosità, nella legenda nascosta in uno dei muri laterali. Soli Molisane, Thobeka Bhengdu, Lebo Mashifane sono alcuni dei volti che vedete qui sotto
Zanele Mugoli si definisce una ‘Visual activist’ che ho dato visibilità alle diversità e alle problematiche d’integrazione di intere comunità sudafricane. Lo fa con sensibilità cercando di promuovere rispetto e consapevolezza.
L’intensità espressiva di questi ritratti é la cosa che mi porto via dalla visita di questa mostra. Se siete a Parigi, andate a vederli: fino al 21 maggio sono esposti alla MEP, situata vicino alla Chiesa di Saint Paul, tra il Marais e la Senna