“Flàneries é un’espressione francese che indica l’andare in giro, normalmente da solo, con il solo scopo di guardarsi attorno.
Flàneries racconta di quotidiano per come mi si presenta, per come lo vedo.
E’ lo spazio in italiano di questo sito”.
— Luca
Prima dello zucchero
Visita ad una fabbrica di lavorazione dello zucchero
Ho visato la fabbrica di Santa Ana, in Guatemala, una raffineria che lavora la canna da zucchero. Agosto é la stagione delle piogge, quindi la raffineria non é in fase di “produzione”, come durante il periodo che va da novembre a maggio in cui lavora ininterrottamente.
Santa Ana é uno degli 11 zuccherifici che fanno parte dell’Associazione Nazionale di produttori di zucchero (ASAZGUA) del Guatemala, ed é stata creata nel 1968, nella proprietà “Cerritos”, 64,5 km a sud di Città del Guatemala, nel dipartimento di Escuintla.
Anche in agosto, comunque, la fabbrica non é chiusa, anzi. C’é tutto un lavoro di preparazione, di pulizia delle macchine, di manutenzione degli impianti, di controllo dei veicoli e degli strumenti di lavorazione: 400 persone, ogni giorno, si recano nell’area di lavorazione durante i mesi di non raccolta.
Moltissimi di più dopo novembre, con interi bus pronti ad andare nelle varie comunità del Guatemala a prendere ed avvicinare alle piantagioni centinaia di uomini e donne coinvolti nella raccolta.
Quello che ho visto é un meticoloso lavoro di preparazione che, mi ha affascinato. L’attesa é una dimensione che mi appartiene interiormente e che vivo sempre con entusiasmo e con cura. E’ stato impressionante vedere come sia importante essere pronti al meglio per la stagionde della raccolta, dove tutto deve funzionare perfettamente.
Mi sono immaginato lo stesso impianto drante la fase ‘operativa’.
Ho realizzato una pubblicazione con immagini prese durante la mia breve visita all’impianto. Puoi scaricarla qui sotto seguendo l’immagine.
69A
Vintage store in Liverpool
69A è un negozio di antiquariato e vintage situato a Liverpool.
Il negozio è stato fondato da Sarah e David Brown nel 2006 e si trova in una splendida townhouse del 18° secolo in Renshaw Street.
69A vende una vasta gamma di oggetti d'antiquariato e vintage, tra cui mobili, dipinti, sculture, gioielli, vestiti e oggetti di arredamento. Il negozio è noto per la sua selezione eclettica e per il suo impegno nel trovare oggetti unici e di qualità.
69A è un luogo popolare per gli appassionati di antiquariato e vintage, nonché per i turisti e i locali alla ricerca di un regalo o un pezzo di arredamento speciale. Il negozio è aperto tutti i giorni e offre un servizio di consegna a domicilio.
Ecco alcuni dei tipi di oggetti che puoi trovare da 69A:
Mobili antichi e vintage, tra cui tavoli, sedie, armadi, letti e specchi
Dipinti e sculture di artisti locali e internazionali
Gioielli vintage, tra cui collane, bracciali, orecchini e anelli
Vestiti vintage, tra cui abiti, gonne, pantaloni e camicie
Oggetti di arredamento, tra cui tappeti, lampade e vasi
69A è un'ottima destinazione per trovare oggetti unici e di qualità. Se sei alla ricerca di un nuovo pezzo d'antiquariato o vintage, assicurati di visitare 69A a Liverpool.
Le mardi à Monoprix
A teatro sulla Senna
Ogni martedì Marie-Pierre viene a prendersi cura del padre vedovo, nel quartiere dove è cresciuta. Si mette un buon abito e passa la giornata con lui. Ma soprattutto, martedì, entrambi vanno a Monoprix. E da li’ racconta la sua giornata. Solo che, prima, Marie-Pierre si chiamava Jean-Pierre.
Thierry de Pina, attore francese di cui ho già raccontato, ha presentato al festival del teatro di Avignone il suo ultimo lavoro, tratto da un monologo di Emmanuel Darley.
50 intensi minuti sul palco, da solo, a parlare di differenza, di tolleranza, di sensibilità, ama che di amore del padre, nonostante tutto. La messa in scena é semplice: un abito, una paio dis carpe coi tacchi, uno specchio e una sedia di plastica.
Tutto é centrato sul monologo e sulle emozioni che Thierry sa trasmettere.
Thierry esplora con raffinezza e umorismo il fondamento stesso dell'essere, dell'identità, dell'accettazione di sé, della filiazione. Mi ha fatto piacere raccontare con immagini questo suo spettacolo, proposto, proprio a due passi di Notre DAme, su una peniché attrezzata con una sala tetaro.
Parigi é anche qyesto.
Ultraleggero (#2)
In cielo
Avevo raccontato un più di un mese l’esperienza di volo di Thibault: la preparazione, l’attesa, le modifiche dovute al meteo. Il rientro (il volo, no, ovviamente, non c’ero).
Per alcune circostanze, Thibault ha potuto ripetere l’esperienza. Questa volta da solo (con un pilota, ovviamente), in condizioni di meteo perfette (niente vento, sole e cielo blu).
2 stata tutta un’altra esperienza, seppure più breve e con una percorrenza minore.
Salire su un ultrallegero immagino sia un’esperienza unica. Vedere i luoghi da un’altra prospettiva, normalmente arricchisce. Immagino funzioni lo stesso da lassù.
Ultraleggero
In cielo
Emozioni ad alta quota. Mio figlio Thibault, 15 anni, per il suo battesimo dell’aria: dopo il brevetto BIA, il “Brevet d'Initiation Aéronautique” deve volare 55 min in un ultraleggero.
Ovviamente un pilota é accanto lui, ma si occuperà solamente dell’atterraggio. In volo (ma anche in decollo), ci pensano i ragazzi. Thibault é in una sessione di 4 ragazzi, due per velivolo.
Si comincia con il briefing, le basi di volo (altitudine, meteorologia, comandi di base). Scopro, in realtà lo immaginavo, che sopra Parigi ci sono delle ‘strade’ e delle zone in cui non si può’ volare. Oppure bisogna volare ad una certa quota. Oppure sotto una certa quota. Insomma, non é puoi tutto libero questo spazio sopra di noi.
Siamo all’aereoclub AIRFRANCE di Toussus-le-Noble, appena fuori Parigi. Un’area destinata principalmente alla formazione dei futuri piloti.
Alcuni piloti aspettano impazienti di poter decollare e preparano con dettaglio il loro itinerario di volo
Purtroppo c’é una particolare.Sono le 10:00 di mattina e le condizioni meteo non danno garanzie di sicurezza al 100%, e non é possibile autorizzare il decollo di questi veicoli.
Dalla sala ci chiediamo perché, questo é quello che vediamo: c’é un filo di nebbia, se non si alza nelle prossime due ore non si potrà volare. Anche perché tra le 12:00 e le 15:00, per rispetto alle comunità locali, i decolli/atterraggi non sono autorizzati.
Niente paura, il tempo lo dedichiamo alla visita dell’hangar e dei veicoli parcheggiati. Una esperienza esclusiva che mi presenta un mondo tutto nuovo
Ultraleggeri parcheggiati come se fossero automobili in un garage, attrezzi di lavoro, scaffali. E’ un sabato, quindi tutta la parte di manutenzione é sospesa.
I ragazzi ricevono un secondo briefing, o meglio, gli istruttori rassicurano noi genitori sulle modalità di volo. C’é davvero un mondo da scoprire.
Siamo tutti con la funzione meteo del cellulare, nella speranza che nel pomeriggio ci siano le condizioni per un volo. Abbiamo tutto il tempo e continuano le nostre scoperte
Pausa pranzo. Ma con la quasi certezza che alle 15:00 il tempo sarà migliore e sarà possibile volare. Terzo briefing, la parte più bella in cui arriviamo a vedere l’areo da vicino, vediamo i ragazzi salire, tra emozione e, forse, un po’ di preoccupazione.
Tutto é pronto. Dalla torre di controllo danno il via e si può decollare. Noi genitori rimaniamo l'i’, con il naso in su a cercare quel piccolo ultraleggero e ad augurare buona esperienza ai nostri ragazzi.
Tra due ore, cercheremo di nuovo lo stresso aereo durante l’atterraggio, ma sarà molto più difficile.
In effetti non riusciamo a seguire quest’ultima fase, ma capiamo che deve essere essere stato faticoso, emotivamente, ma anche fisicamente.
Una bella esperienza per Thibault e gli altri ragazzi. Immagino solo le sensazioni da lassù’, il vedere le cose da un’altra distanza, il sentirsi leggeri, ultraleggeri.
Non so se Thibault farà il pilota o lavora nell’areonautica. Probabilmente no. Ma sono contento abbia potuto fare questa esperienza, costruita poco alla volta il martedì sera dalle 18:00 alle 20:00 nel suo corso BIA.