“Flàneries é un’espressione francese che indica l’andare in giro, normalmente da solo, con il solo scopo di guardarsi attorno.
Flàneries racconta di quotidiano per come mi si presenta, per come lo vedo.
E’ lo spazio in italiano di questo sito”.
— Luca
Ferrara (qualche ora)
“È nato a Ferrara, anzi l'hanno trovato su un muro. È pieno di segni e i muscoli corrono sulla sua pelle”
Qualche ora a Ferrara. Un sabato qualunque, forse il più caldo di una primavera che non abbiamo praticamente mai visto (almeno qui a Parigi). In un attimo rivivo l’aria di provincia, fatta di bassi ritmi, caffè all’aperto, momenti distesi, qualità.
Biciclette, molte. Ma é probabilmente la “capitale italiana della bicicletta”, quindi non é stata una sorpresa. D’altronde é il mezzo più comodo per città di provincia.
Ma anche di tanti momenti di relax nel centro storico, parzialmente protetto dai ‘portici’ per ripararsi dalla pioggia, ma anche dal sole estivo.
Ma anche di incontri causali, come la signora Fernanda (OK, nome di fantasia, me l’ha detto, ma non lo ricordo), professoressa d’arte in pensione che ha studiato, dopo la guerra, nella ‘lontana’ Bologna e che ha insegnato arte a molti bambini di Ferrara. L’abbiamo incontrata nell’atrio di casa, impegnata a dipingere una scena di Don Quijote de la Mancha. Bel momento.
Non ero mai stato a Ferrara. Mi avevo sempre detto che é una bella città da visitare. Non ho avuto occasione di vedere il Castello, il Duomo o gli altri musei della città emiliana. Ma sono rimasto positivamente colpito dalla sua accoglienza, dalle sue stradine tranquille e ciotolate., gli archi, i giochi di luce.
Ferrara, un posto che incuriosisce, la città di Sonny Boy, il trovatello raccontato da Lucio Dalla, che si é spaventato, peduto ma che sempre guarda al cielo «per capirne i misteri».
Roma
Il caos e la quiete
Che bello tornare a Roma. Mi mancava, anche se l’ho trovato più caotica, trafficata e invasa da turisti francesi, tedeschi e dei paesi scandinavi, probabilmente durante le vacanza scolastiche.
I cantieri di Castel Sant’Angelo e di Piazza Venezia creano senz’altro dei problemi in tutta la città. Ma camminare senza una meta precisa nel centro storico o la sera a Trastevere é davvero piacevole e rilassante.
Arrivare dopo un mese di pioggia e di grigio di Parigi é stato davvero liberatorio: la luce, il sole, l’aria diversa mi hanno rimandato ai miei anni nella capitale. Quando apri la porta di casa alle 8 di mattina e (quasi sempre) il sole é li’ davanti a te. A mettersi su di morale, subito.
Aprile é la stagione dei carciofi e non mi sono lasciato scappare un pranzo al ghetto
Per qualche motivo, so o finito due volte allo stesso ristorante, la storica Trattoria da “GIGGETTO” al Portico d’Ottavia, gettonassimo, ma tranquillo, a due passi dalla caotica Piazza Venezia (specie ora con i lavori della metro).
Roma é anche questo, ti permette di uscire dal caos e ritrovarti in angoli di luce e storia. Solitari.
Washington DC’s cherry blossoms
Lo spettacoo della fioritura dei ciliegi
Che fortuna trovarmi a Washington, DC durante il picco della fioritura dei ciliegi. Uno spettacolo unico. Come spesso accade, ero di passaggio e con poche ore a disposizione per raggiungere i siti più interessanti, attorno al Tidal Basin.
Le mie due ore a disposizione le ho trascorse attorno al Washington Memorial, dove ho potuto avere un discreto ‘assaggio’ di questo unico spettacolo naturale.
Ma non serve necessariamente andare nei grandi parchi per assistere al transito verso la primavera: anche le città si trasformano
I giorni freddi
Il castello di Pierrefonds
Dovevamo della neve di Parigi, e di come se ne sia andata subito. Fuori Parigi pero’, la neve é rimasta più a lungo. Ero già stato al Castello di Pierrefonds, situato a 80 km a Nord di Parigi.
Mai d’inverso, e mai con il freddo di questi giorni, del tutto eccezionale. Pierrefonds é stata una località termale '(“Pierrefonds-les-bains”) e il suo lago attirava nell’800 persone agiate della capitale, interessate a trascorrere giorni alle terme.
Confesso che il week end al castello é stato piuttosto freddo. Ho accompagnato mio figlio Thibault ad uno stage di danza antica, ma per chi non ballava i freddi muri del castello rendevano le temperature piuttosto rigide.
Ho approfittato per alcune passeggiate attorno al lago nella vicina campagna. Pierrefonds é tuttora una località turistica, ma non certamente d’inverno (e particolarmente in gennaio), quando la maggior parte dei ristoranti e caffè sono chiusi.
Insomma, un weekend di grand freddo, ma di belle passaggiate e riflessioni. Il bianco della neve, il silenzio di questi antichi borghi, aiuta sempre a creare un’atmosfera intima e solitaria che fa bene.
E se avete occasione, visitate il castello di Pierrofonds, molto bello.
Varda che ànda chel gà!
Venezia, ultimo giorno dell’anno
Finire il 2023 in una città come Venezia é affascinante, altrettanto quanto iniziare il blog nel 2024 con immagini da una delle città in cui, appena posso, torno sempre.
Venezia é speciale.
Soprattutto quando lasci le vie principali che portano, a seconda della tua direzione, a Rialto/Piazza San Marco oppure alla Ferrovia.
Basta una ttimo e ti ritrovi in calle o piazze silenziose con angoli urbani che danno testimonianza di una Venezia ordinaria, di famiglie e vita comune.
La Venezia dei ‘panni stesi’, anche in una giornata umida invernale.
Ovviamente siamo andati per bacari, i classici bar veneziani, con pochi posti a sedere (in alcuni casi proprio non ce ne sono) e il classico bancone con i cicchetti.
All’stero si chiama finger food, in Spagna e nell’America Latina, tapas, qui no. Qui sono i cicchetti, preparati (spesso all’istante) con prodotti locali (le sarde in saor; le alici marinate; i crostini di baccalà mantecato; la mozzarella inc arrozza) e accompagnati dall’immancabile Spritz, qui a base di Select
L’ultimo giorno dell’anno. Ultime corse, ultimi acquisti ma anche l'attesa per le celebrazioni della sera.
Buon 2024, allora. Cerchero’ di documentarlo attraverso questo blog al meglio che posso. Vedremo. come dicono a Venezia
Le previsioni sono previsioni e non certezze e quindi quando il maltempo va da ovest verso est e quindi verso il mare Adriatico si spera che “non torni indietro” e si sfoghi in mare e non a Venezia.
PS.
Varda che ànda chel gà - L'anda, in dialetto veneto, è l'andatura o il ritmo e quando si fa notare l'anda di qualcuno (“varda” significa “guarda”) si vuole sottolineare la sua lentezza e svogliatezza