“Flàneries é un’espressione francese che indica l’andare in giro, normalmente da solo, con il solo scopo di guardarsi attorno.
Flàneries racconta di quotidiano per come mi si presenta, per come lo vedo.
E’ lo spazio in italiano di questo sito”.
— Luca
“JO”: work in progress
Jeux Olympiques de Paris 2024
-78 ai ‘JO’, le “Jeux Olympique’ : sono i giorni che mancano all’apertura dei Giochi Olimpici 2024, un’avvenimento che sta strasformando la città di Parigi. Progressivamente.
Uno dei cambiamenti più evidenti é Place de la Concorde, uno dei siti chiave delle Olimpiadi.
Da settimane ormai, gli spazi e la vista di una delle piazze più significative della capitale francese, stanno drasticamente cambiando.
Curioso vedere la tradizionali statue, poste alle estremità della piazza, che rappresentano alcune importanti città francesi (Brest, Rouen, Lyon, Marseille, Bordeaux, Nantes, Lille, Strasbourg, inghiottite da palchi e strutture di metallo e, idealmente, prime testimoni di un evento storico per la città di Parigi.
Curioso anche vedere anche come progressivamente queste impalcature creano uno spazio nuovo mentre i parigini passano quasi distrattamente, quasi non accorgendosi di quello che sta succedendo.
E’ emozionante essere testimone di queste trasformazioni, come sarà davvero stimolante vivere nella città che ospita le Olimpiadi. Non capiterà più. Certo, ci saranno disagi, ostacoli, confusione.
Ma sarà unico, no?
Moving
E di nuovo cambio casa
Se non ho dato frequenti aggiornamenti nelle ultime settimane, questo é il motivo.
il trasloco é un passaggio impegnativo. Ne abbiamo fatti molti, questo é speciale, perché finalmente posso dire di essere entrato in casa mia. E il fatto che sia a Parigi, segna il forte legame che ho con questa città.
Ma traslocare é riprendere in mano le tue cose, una per una. Per riviverle, proteggerle, impacchettarle e portale in spazi nuovi, che ancora non conosci.
Quando entri, per l’ultima volta nell’appartamento che lasci é strano. E’ vero che la permanenza é stata relativamente breve (circa un anno e mezzo), pero’ ripensi a tutta la vita che c’é stata li’, a quello che avevi portato e trasformato.
Riguardi gli spazi vuoti e pensi a come li avevi riempiti, l’arredamento, il decoro, gli ospiti che son o passati.
Poi pero’ realizzi che devi ricominciare, e questo é affascianante e stimolate.
Air taxi
mobilità verticale (ma non per tutti)
Questa cosa vola. O meglio, volerà, se e quando riuscirà ad ottenere le autorizzati. Tecnicamente vola, come dimostra il test realizzato qualche mese fa nei pressi dei Tolosa.
Spesso queste soluzioni vengono proposte come possibili soluzioni per la mobilità urbana del futuro, per ridurre il traffico e la dipendenza dai combustibili fossili.
Ho scambiato qualche parola con alcune persone del team UMILES che ho incontrato recentemente a Cordoba, in Spagna. Li ho un po’ provocati sui possibili casi di utilizzo concreto
Questi taxi volanti occupano molto spazio, hanno bisogno di molta superficie e trasportano una sola persona per volta. Molto costosi, immagino. Non molto efficienti, a mio avviso. Quindi, se l’obiettivo é ridurre la congestione e favorire la mobilità siamo fuori strada.
Ci sono senz’altro dei possibili casi di utilizzo:
VIP che vogliono uscire rapidamente da eventi sportivi (ad esempio un autodromo)
collegamenti privati tra un aeroporto e una zona adeguata urbana (bisogna trovare un posto dove questi air taxi possono atterrare)
trasferte di breve tragitto oggi assicurate da servizi di elicottero
interventi rapidi per motivi di sicurezza o emergenza.
Non stiamo parlando quindi di mobilità ‘normale’, ma di servizi destinati ad una clientela con elevate capacità di spesa per la mobilità.
L’edicola e l’OMS
Un ‘merci’ per ricordare
Solo oggi ho notato che questa edicola su Avenue Rene Coty a Parigi, all’uscita delle Catacombe ancora conserva sulla vetrina la prima pagina di “Liberation”, famoso quotidiano francese, che riporta ila copertina del ringraziamento agli operatori sanitari durante il periodo COVID-19.
Le vetrine dei negozi, di ogni negozio, per necessità ospitano notizie on riviste le più recenti. Gossip, titoli scandalistici, le notizie del momento. Raramente notizie vecchie di un paio d’anni.
Proprio i giorni scorsi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato la fine del COVID, come emergenza sanitaria. Oltre 3 anni dopo la nota che, il 30 gennaio 2020, dichiarava lo stato di emergenza.
Ricordiamo tutti quei mesi
Ogni sera, per diversi mesi, ci siamo affacciati alle finestre per esprimere solidarietà e incoraggiamento agli operatori sanitari, sotto forte pressione e stress nel gestire un’emergenza che ha portato tanta preoccupazione, non solo perché inaspettata, ma soprattutto perché sconosciuta.
L’applauso delle ore 2à:00 era diventato un piccolo rito a cui non volevamo mancare. Era un modo per sostenere chi stava in prima linea.
Ho trovato significativo che questa piccola edicola ancora oggi dia visibilità a questo articolo.
Nel momento in cui tutto é tornato normale, nel momento in cui l’OMS dichiara che ‘tutto finito’, é un monito per ricordare, per fare tesoro di questa esperienza.
Lo stesso OMS, infatti, spiega nella stessa nota che
Non so chi sia la persona che gestisce questa edicola, ma spero che il suo semplice messaggio arrivi a quante più persone possibili.
Storie di passaggio
Fermarsi ed osservare
Mi sono fermato ad osservare. Sotto una palma, sulle ‘Promenade des Anglais’ a Nizza, guardavo la gente passare e mi sono domandato delle storie di persone per me anonime, ma sicuramente interessanti.
Mi piace pensare che parlano di amicizia, di futuro, di amore, di tranquillità, di sensibilità, di nuovi progetti.
Curioso immaginare come tante storie di attraverso l’un l’altra. Recuperi un frammento di conversazione, nel momento in cui passano davanti a te, e sta a te immaginare il prima e il dopo. Ma per stimolare questa curiosità, ho dovuto fermarmi.
Andare lentamente non é un difetto o una perdita di tempo. In fotografia, per esempio, permette di osservare, andare a fondo. Migliora la composizione e la consapevolezza in quello che si cerca.
Sarà anche per questo che la mia relazione con is social sta cambiando. In quel mondo devi andare veloce, devi continuare a far scorrere immagini, storie, video. Raramente approfondisci. Anche sulla Promenade des Anglais le immagini mi scorrevano velocemente davanti a me.
Ma li’ non avevo controllo. Potevo cercare di immortalarle, oppure lasciarle andare. Suoi social siamo noi che corriamo. Probabilmente consapevoli che ci sarà sempre qualcosa dopo, un nuovo post, un real più recente, una foto dalla definizione incredibile.
Mi hanno fatto bene quei venti minuti seduto li’, ad immaginare storie di passaggio. Mi fermerò’ più spesso, da qualche altra parte….